Ella mandò a prendere una di quelle focacce pienotte e corte chiamate « madeleines», che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d'una conchiglia. - "Alla ricerca del tempo perduto" - Proust
I ricordi si attivano attraverso strani meccanismi legati alle nostre sensazioni. La seta, morbida e liscia al tatto, porta alla mente un vestito dimenticato in un baule polveroso. L'odore della cannella e dei chiodi di garofano riporta in vita le fredde domeniche di inverno trascorse stringendo tra le mani una tazza fumante di tè in attesa di una torta appena sfornata. Il sapore della crema al cioccolato è il sapore dell'infanzia. Di quelle fette di pane e cioccolato come merenda dopo la scuola, di quelle cucchiaiate rubate alle vista della mamma cercando di riposizionare il vasetto nello stesso identico punto in dispensa.
La crema di cioccolata e nocciole è la mia "madeleine proustiana" personale. Questo dolce morbido e a forma di conchiglia deve la sua fama proprio grazie alle parole di Proust ne "La ricerca del tempo perduto". Il semplice atto di mangiare una madeleine imbevuta nel tè, più che il gusto stesso del dolce, riporta lo scrittore indietro con la mente, a ricordi lontani che credeva perduti.
E' buffo davvero come il nostro cervello attivi certi percorsi di pensieri. Io, ad esempio, non riesco a non sorridere se assaggio un tiramisù al tè verde perché quel sapore è legato ad un bellissimo ricordo con A.
La crema pasticcera mi fa pensare a mio padre. Le mandorle a mio nonno.
Ogni sapore un ricordo.
Provate queste madeleines e ditemi a cosa vi fanno pensare ;)
"Così è per il passato nostro. E' inutile cercare di rievocarlo, tutti gli sforzi della nostra intelligenza sono vani. Esso si nasconde all'infuori del suo campo e del suo raggio di azione in qualche oggetto materiale (nella sensazione che ci verrebbe data da quest'oggetto materiale) che noi non supponiamo...
Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d'un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di «madeleine». Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m'aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M'aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l'amore, colmandomi di un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me. era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale...
E ad un tratto il ricordo m'è apparso. Quel sapore era quello del pezzetto di «madeleine» che la domenica mattina a Combray ( giacché quel giorno non uscivo prima della messa ), quando andavo a salutarla nella sua camera, la zia Léonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di tè o di tiglio...
E, appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di " maddalena " inzuppato nel tiglio che mi dava la zia (pur ignorando sempre e dovendo rimandare a molto più tardi la scoperta della ragione per cui questo ricordo mi rendesse così felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada, nella quale era la sua stanza, si adattò come uno scenario di teatro al piccolo padiglione sul giardino, dietro di essa, costruito per i miei genitori (il lato tronco che solo avevo riveduto fin allora); e con la casa la città, la piazza dove mi mandavano prima di colazione, le vie dove andavo in escursione dalla mattina alla sera e con tutti i tempi, le passeggiate che si facevano se il tempo era bello. E come in quel gioco in cui i Giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana piena d'acqua dei pezzetti di carta fin allora indistinti,, che, appena immersi, si distendono, prendono contorno, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili, così ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quello che vien prendendo forma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè."
"Alla ricerca del tempo perduto - Proust"
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{Madeleines alla crema di cioccolato e nocciole}
150g di farina 00
125g di burro
150g di zucchero
2 uova medie a temperatura ambiente
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di cacao amaro in polvere
2 cucchiai di crema di cioccolato e nocciole (ad es. quella che inizia con la N e fa rima con "bella")
Sciogliete il burro a bagno maria e lasciate intiepidire.
Montate le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e denso. Con le fruste elettriche ci vogliono circa 9-10 minuti, con il robot da cucina 5-6 minuti.
Setacciate la farina con il cacao. Unite alle uova poco alla volta la farina, il burro sciolto e la crema di cioccolato e nocciole. Mescolate delicatamente dal basso verso l'alto per non smontare il composto amalgamando bene ogni ingrediente prima di passare al successivo.
Coprite con pellicola trasparente e lasciate riposare minimo 1 ora, ma va bene anche tutta la notte, in frigorifero.
Con poco burro liquido ungete la teglia delle madeleine e mettetela in freezer mentre il composto riposa al fresco.
Versate circa un cucchiaio di composto per ogni madeleine.
Cuocete a 200àC, in forno già caldo, per 15 minuti circa.
Lasciate raffreddare le madeleines prima di consumarle, magari accompagnate da un bel tè.
Con questa ricetta partecipo al concorso di Vera in Cucina "La poesia del cioccolato" in collaborazione con Rasenti
Quando lessi questo brano è impossibile resistere alla tentazione delle madeleines. Bellissima ricetta.
RispondiEliminaMarco di Una cucina per Chiama
Ricordo anch'io questo passo, letto a scuola tanti ma tanti anni fa, e se dici Madeleines, io penso subito a Proust. Grazie per questa ricetta così golosa.
RispondiEliminaUn abbraccio
Che belli che sono i ricordi associati agli odori, ai sapori...bravissima!!!
RispondiEliminaBella ricetta, bello e vero ciò che scrivi.
RispondiEliminaI sapori e soprattutto i profumi attivano delle connessioni velocissime che dalla testa passano al cuore, in maniera diretta.. vera e immediatamente reale a volte!
Buona giornata!
Anche secondo me ci sono percorsi deli ricordi legati all'olfatto e questo è bellissimo...le tue madeleines saranno golosissime...ma com'è il nome di quella crema alla nocciola ??? ;)
RispondiEliminaloredana
eh si' questi mi sa che sono proprio buoni!
RispondiEliminabella ricetta, golosa e coccolosa.
RispondiEliminaè sempre un piacere ricordare le pagine di quel libro... mi fa sorridere questo passo, non so perché.. mi dà serenità..
e sono sicura che anche una di queste belle madeleines mi darebbe serenità!!!
Belle, buone ed eleganti, ma hanno un difetto... puoi darti pace solo quando le hai finite tutte ;o)
RispondiEliminaI profumi evocano sempre ricordi lontani cosi come un oggetto ti riporta alla mente un momento della nostra vita e me le medeleines riescono sempre ad evocare momenti di puro piacere e le tue delizie mi evocano solo momenti di puro piacere!!!!bacioni,imma
RispondiEliminaOdori e sapori sono un mix letale per evocare ricordi!
RispondiEliminaMeraviglioso post evocativo, delle madeleines perfette e golose!
RispondiEliminagnam gnam che meraviglia!
RispondiEliminapartecipi con la ricetta a
http://dolcizie.blogspot.it/2012/04/lalbero-goloso-una-dolce-raccolta.html
ciao ;)