"Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in istrada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto." (Moby Dick - Herman Melville)
L'incipit di Moby Dick è una delle mie citazioni preferite. La snocciolerei a memoria anche davanti ai miei amici se non sapessi già che mi guarderebbero increduli e mi domanderebbero perché sono attratta da pompe funebri e funerali. No, non mi avvio come Ismaele dietro ai cortei funebri e non getto per terra il cappello alla gente (anche perché è ormai difficile trovare qualche gentleman con il cappello. Di maggio a Roma poi è impossibile). E' quello che sente Ismaele che mi coinvolge. Quella voglia bruciante, che non da pace, di imbarcarsi in qualcosa di nuovo. Quella voglia di agire e di partire. Anche solo con la fantasia. Anche solo in cucina.
Per giugno ho deciso, la mia cucina si trasferisce in Francia. Bhe, non fisicamente anche perché sarei davvero impossibilitata a cucinare se pentole e padelle si trovassero oltre le Alpi e io qui in Italia. Provo a cimentarmi con la cucina francese. Che Escoffier me la mandi buona.